Cari fratelli e sorelle,
Vi accolgo con gioia, in occasione del sessantesimo anniversario di fondazione del Movimento Adulti Scouts Cattolici Italiani. Rivolgo a ciascuno il mio saluto cordiale, incominciando dalla Presidente nazionale, che ringrazio per le sue parole, e dall’Assistente, che pure ringrazio; e ringrazio anche per il segno. Vi ringrazio per il lavoro che svolgete nella Chiesa e nella società, testimoniando il Vangelo, secondo lo stile proprio dello scoutismo. E’ importante sottolineare la dimensione ecclesiale della vostra realtà associativa, che raccoglie laici ben consapevoli degli impegni derivanti dai sacramenti del Battesimo e della Cresima. Mossi da questa convinzione, in questi anni di impegno apostolico vi siete sforzati di testimoniare i valori di lealtà, di fraternità e di amore a Dio e al prossimo, servendo generosamente la comunità ecclesiale e quella civile.
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Più di un anno è ormai passato da quando Papa Benedetto XVI°(ora Pontefice Emerito) annunziò alla Chiesa Universale l’indizione Dell’ANNO della FEDE, era l’11 ottobre 2012 e le motivazioni che indussero il Pontefice a proclamare questo”Momento di Grazia” erano fondamentalmente due: celebrare il 50° Anniversario dell’Apertura del Concilio Vaticano II° e fare memoria del 20° Anniversario della Promulgazione del Catechismo della Chiesa Cattolica, donato dal Beato Papa Giovanni Paolo II°. E di fatto quest’anno, “veramente straordinario” per la vita della Chiesa, ci ha regalato sorprese e momenti veramente intensi di vita cristiana. La prima cosa che lasciò sorpreso il mondo e tutta la Cristianità, furono le “inaspettate dimissioni di Papa Benedetto”. Fu come “un fulmine a ciel sereno”, come lo definì il Card. Sodano che per primo prese la parola a nome dei Porporati durante il Sinodo che si stava compiendo.
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Giovedì 31 marzo alle ore 18,30 nel Duomo di Sant’Adalberto a Cormons (GO) inizieranno ufficialmente le celebrazioni per il 600° anniversario della morte del Beato Daniele d’Ungrispach (1344-1411).
L’Arcivescovo Mons. Dino De Antoni presiederà la Solenne Concelebrazione Eucaristica in occasione della festa del Beato così come viene ricordata nel Menologio camaldolese: infatti secondo la raccolta dei testi della famiglia camaldolese (=menologio) in tale data, infatti, “i fedeli e gli esponenti di tutti i rami familiari degli Ungrispach convenivano in Murano nella chiesa di San Mattia con lumi per onorare colui che in modo straordinario era stato conservato immune da corruzione anche nel corpo”.
Ricorre in questo 2011 il 600° anniversario della morte del Beato Daniele.
La figura di questo “Beato” è stata recuperata qualche anno fa – esattamente nel 2000 da don Giuseppe Camillotto e da Gabriele Mazzucco – in occasione di una mostra a lui dedicata. In effetti il Beato era conosciuto dai Muranesi quasi esclusivamente per essere “una punizione” ai tempi della scuola delle suore, quando si veniva portati nella chiesetta del giardino per guardare il corpo del Beato Daniele. Vorremo però quest’anno riscoprire la vita e l’esperienza di credente e testimone di Daniele d’Ungrispach.
Mossi da questo desiderio da tempo si costituito un comitato per promuovere delle iniziative che presentino la vita e le opere del “beato”. Questo comitato coinvolge tutte le città e i luoghi che hanno visto svolgersi la vita e la attività di questo uomo che si dedicò a Dio senza mai essere un monaco, e si impegnò per il bene comune come podestà (sindaco). Cormons , Pordenone, Varmo, Gorizia, Murano, saranno i luoghi concreti dove si vivranno iniziative spirituali, liturgiche e culturali per riscoprire la grandezza dell’esperienza di questo uomo di Dio, che venne ucciso qui a Murano, presso il convento di San Mattia nel 1411, luogo alui molto caro per vivere con intensità il suo incontro col Signore. Nelle pagine seguenti oltre ad una presentazione del “Beato” presento il programma di massima delle celebrazioni.
Don Carlo
A sessant’anni dal 7 dicembre 1949, il Coro Marmolada di Venezia, con un minimo ritardo di due giorni (sarà quindi il 9 dicembre p. v. ), festeggerà il suo sessantesimo compleanno. L’occasione di questa festa, preceduta da una serie di interventi corali a questo dedicati, fin dall’inizio dell’anno, sarà un incontro, ovviamente musicale, al Teatro Malibran.
L’avvicinamento a questa data, ultimamente particolarmente impegnativo per la serie di appuntamenti al di fuori della città insulare, ha visto il complesso veneziano prima al Teatro Toniolo di Mestre e quindi ad Eraclea, nel mese di ottobre, poi, il 7. 11 a San Fior (TV). Il mese di novembre, quasi come un periodo di intenso allenamento, prevede ancora concerti a Ca’ Savio, a Pianiga e, infine, una serata con gli alpini di Venezia.
Ed arriviamo al “compleanno.
Lo spettacolo si terrà al Teatro Malibran mercoledi 9 Dicembre 2009 alle ore 20.00.
L’ingresso è libero su invito, gli inviti possono essere richiesti e/o ritirati:
- Seguendo le istruzioni inserite nella speciale pagina del sito ufficiale del Coro: www.coromarmolada.it;
- telefonando ai recapiti 349.679.8571 – 329.569.1034;
- presso l’Agenzia Clipper viaggi vacanze
– via Lazzari, 1 – 30174 Mestre (VE) – Tel. 041.987744
– via Bastia fuori, 28 – 30035 Mirano (VE) – Tel. 041.5703812
- presso la Sezione ANA di Venezia San Marco 1260 – 30124 Venezia (VE) – Tel. 041.5237854 (il mercoledì dalle 18.00 alle 19.30)
- presso il Bar Autorimessa (solo ritiro) Piazzale Roma – Santa croce 467 – 30135 Venezia
- presso la Sede del Coro Marmolada Calle Cremonese – Santa croce 353/B – 30135 Venezia (il lunedì e il giovedì dalle 18.00 alle 20.00)
L’invito da diritto ad accedere al teatro fino all’effettivo esaurimento dei posti disponibili.
Il programma della serata prevede un concerto che ripercorrerà, per quanto possibile, questo lungo periodo di vita che ha visto per ben cinquantaquattro anni la conduzione di Lucio Finco sostituito, ultimamente, da Claudio Favret. Alcuni canti del concerto verranno eseguiti assieme ad ex coristi che, per l’occasione, si sono impegnati e sono tornati a … “far le prove”. Saranno presenti con i loro interventi, tre personaggi famosi del mondo corale, personaggi che hanno influito molto, soprattutto dagli anni ’60 in poi, nelle scelte musicali ed interpretative del Coro Marmolada: Paolo Bon, Bepi De Marzi e Gianni Malatesta. L’invito è rivolto a tutto l’affezionato pubblico veneziano, di acqua e di terra, alle autorità civili e religiose, agli ex coristi del “Marmolada” ed agli amici dei cori cittadini, della provincia e della regione.
Questa domenica nelle nostre parrocchie festeggeremo la dedicazione delle Chiese, ricorderemo cioe il giorno in cui sono state consacrate, inoltre festeggeremo gli anniversari dei matrimoni.
Apparentemente sembrano due feste distinte, ma in verita non e cosi.
Se è vero che quando due sposi celebrano il loro matrimonio diventano Chiesa Domestica, allora ricordare l’anniversario del matrimonio significa riconoscere il fatto che Dio ha stabilito una sua dimora proprio nellfamore di queste due persone e l’ha resa luogo concreto di incontro con Lui. Cosi come la Chiesa quando viene consacrata diviene il Segno concreto della presenza di Dio in mezzo alle nostre case, luogo dove incontrarlo personalmente e comunitariamente nella preghiera e nell’Eucaristia.
Celebrata Dal catechismo della Chiesa cattolica: La Chiesa domestica
- N. 1655 Cristo ha voluto nascere e crescere in seno alla Santa Famiglia di Giuseppe e di Maria. La Chiesa non e altro che la famiglia di Dio. Fin dalle sue origini, il nucleo della Chiesa era spesso costituito da coloro che, insieme con tutta la loro famiglia, erano divenuti credenti [At 18,8 ]. Allorche si convertivano, desideravano che anche tutta la loro famiglia fosse salvata [At 16,31 e Ë 11, 14]. Queste famiglie divenute credenti erano piccole isole di vita cristiana in un mondo incredulo.
N. 1656 Ai nostri giorni, in un mondo spesso estraneo e persino ostile alla fede, le famiglie credenti sono di fondamentale importanza, come focolari di fede viva e irradiante. E’ per questo motivo che il Concilio Vaticano II, usando un’antica espressione, chiama la famiglia Ecclesia domestica Chiesa domestica [Conc. Ecum. Vat. II, Lumen gentium, 11; cf Giovanni Paolo II, Esort. ap. Familiaris consortio, 21]. E’ in seno alla famiglia che i genitori devono essere per i loro figli, con la parola e con l’esempio, i primi annunciatori della fede, e secondare la vocazione propria di ognuno, e quella sacra in modo speciale [Conc. Ecum. Vat. II, Lumen gentium, 11].
Le parole del Catechismo ci spiegano bene dunque il senso della Festa che oggi celebriamo, facendo gli auguri alle coppie che oggi ricordano il loro anniversario, vogliamo soprattutto fare Festa al Signore che non ci fa mai mancare il suo Amore e la sua presenza concreta in mezzo a noi.
Don Carlo
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Nel 75° anniversario della morte di Mons. Luigi Cerutti verrà concelebrata da tutti i sacerdoti nativi dell’isola una Santa Messa venerdì 23 ottobre alle ore 18.30 in Basilica San Donato.
Mons.Luigi Cerutti, parroco di Murano fu una figura emblematica e decisiva la quale – animata da un’autentica sollecitazione all’azione sociale derivatagli dalla fede – gettò le basi per le prime realtà cooperative a servizio degli operai, dei contadini e del ceto popolare in genere.
Giovanni Maria Vianney, quarto di sei figli, nacque a Dardilly (Francia) l’8 maggio 1786, da Mathieu e da Marie Béluse. La sua era una famiglia contadina di discrete condizioni, con una solida tradizione cristiana, prodiga nelle opere di carità. Dopo lo scoppio della Rivoluzione francese il parroco di Dardilly prestò giuramento alla Costituzione civile del clero: ciò avrebbe significato per la famiglia Vianney non riconoscere l’autorità del Papa, per cui decisero di entrare nel circolo clandestino di un altro sacerdote “refrattario” alle idee rivoluzionarie.
Nel 1809 giunse la chiamata alle armi nell’esercito napoleonico – allora impegnato su più fronti del continente – e il giovane ventitreenne fu costretto a partire. Per diverse circostanze casuali riuscì a disertare e – sebbene ricercato – fu aiutato da alcune persone a nascondersi. Fu ordinato sacerdote a Grenoble nel 1815.
Nel 1818 venne trasferito ad Ars – “l’ultimo villaggio della diocesi” – paese di circa duecentocinquanta abitanti prevalentemente di umili condizioni. La gente non era atea o anticlericale, ma viveva una religiosità superficiale e banale, schiava dei propri comodi, talora mondani, secondo la mentalità dell’epoca. I suoi anni ad Ars furono caratterizzati da una lotta serrata contro i vizi stigmatizzati dai predicatori dell’epoca come sintomi di secolarismo, quali il ballo, le osterie, la trascuratezza del precetto festivo. Si avvertiva tra la gente di fatto il fenomeno di abbandono spirituale dovuto alla rivoluzione francese.
Egli spronò i suoi parrocchiani a condurre una intensa vita religiosa attraverso la partecipazione frequente ai sacramenti, in particolare all’Eucaristia; negli anni la fama della sua santità si diffuse, fu assai ricercato come confessore e direttore spirituale ed il piccolo villaggio di Ars divenne presto meta di pellegrinaggi. Giovanni Maria Battista Vianney fu beatificato l‘8 gennaio 1905 e poi canonizzato il 31 maggio 1925; venne dichiarato patrono dei sacerdoti di tutto il mondo.
La gloria che la Chiesa gli ha attribuito scaturisce dalla santità della sua modesta vita, che trascorse accogliendo e facendo propri quei valori che gli erano stati donati. Nell’umiltà di un apostolato impegnato e serio ha offerto la sua vita per la causa di Dio. E diventato santo non perché è stato ricolmato di doni particolari, ma per la sua semplicità e umiltà di vita. Egli ha santificato, per così dire, il tempo che ha vissuto, lo spazio in cui è stato e le persone che ha incontrato. La santità del curato d’Ars risiede infatti nella quotidianità di un ministero perseverante e nella costante fedeltà al suo “bon Dieu”.
In occasione del 150° anniversario della sua morte (1859) è stato indetto un Anno Sacerdotale dedicato alla sua figura, come «vero esempio di Pastore a servizio del gregge di Cristo». Lo stesso Benedetto XVI ha successivamente ricordato alcuni tratti fondamentali dell’insegnamento e del modello del curato d’Ars: la consapevolezza di essere, «in quanto prete», un «dono immenso per la sua gente»; la «totale identificazione» con ministero sacerdotale e la comunione con Cristo; la devozione per l’Eucaristia; l’«inesauribile fiducia nel sacramento della Penitenza».
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Come ogni anno arriva la fine di febbraio, ed il giorno 22 tutti gli scout e le guide del mondo celebrano il “Thinking day” ovvero la giornata del ricordo, ricordo della data di nascita di Sir Robert Baden Powell e di sua moglie Olave.
Quest’anno il carnevale ha fatto slittare la festa ai primi di marzo, ma questo ci ha consentito di riflettere di “pensare”.
Per questa riflessione chiediamo aiuto ad alcuni articoli della legge scout:
La guida e lo scout si rendono utili ed aiutano gli altri,
La guida e lo scout sono amici di tutti e fratelli di ogni altra guida e scout,
La guida e lo scout sono laboriosi ed economi.
Ma cosa hanno in particolare questi tre articoli ? Niente ! se non fosse che interpretano lo spirito e lo stile che gli scout si prefiggono nella relazione tra le persone, in questo periodo non facile dal punto di vista valoriale, sociale ed economico.
Lo spirito di servizio, la solidarietà e la fratellanza, l’attenzione ed iol rispetto per l’uso delle cose, l’essenzialità e l’attitudine “al fare”, rappresentano di per sé importanti fattori per vivere la proposta scout.
Baden Powell nel suo ultimo messaggio ci ricorda: “Credo che il Signore ci abbia messo in questo mondo meraviglioso per essere felici e godere la vita. Il vero modo di essere felici è quello di procurare la felicità agli altri” e conclude “La felicità non dipende dalla ricchezza né dal successo nella carriera, né dal cedere alle proprie voglie”.
Anche noi crediamo nel Signore che ci invita alla fratellanza, una fratellanza che si possa vivere e manifestare nell’aiuto reciproco, nell’attento e discreto interesse verso chi ha problemi e per questi si isola e non partecipa alla vita sociale e comunitaria. In questo momento di difficoltà sociali, di mancanza di valori e di sicurezze economiche, è importante stare vicini ai giovani, incoraggiarli ad avere fiducia nel domani, ad impegnarsi per essere capaci di superare la precarietà che affligge il nostro tempo e puntare sul proprio futuro con occhi di speranza e di coraggio. Questo diventa il nostro messaggio ed il nostro impegno oggi ed in questo anno nel quale ricorre il 90° anniversario della nascita dello scoutismo a Murano.
La Co.Ca. di Murano (Comunità Capi AGESCI Murano 1)
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Il 12 agosto 1919 nasceva il gruppo ASCI MURANO 1°.
Nel 2009 ricorre pertanto il 90° dello scoutismo nell’isola di Murano (siamo il più vecchio gruppo Scout in attività del Triveneto).
Noi Capi dell’AGESCI vorremmo celebrare e ricordare questo anniversario. Il come ed il cosa fare dipenderà molto dagli aiuti e dalla disponibilità di tutte le persone che per essere stati/e scout o per essere amici e simpatizzanti, vorranno unirsi a noi in questa nuova impresa.
Invitiamo pertanto tutte le persone che si sentono vicine a noi, ad una riunione Giovedì 18 dicembre 2008 alle ore 20,45 nella sala Pio X° presso la Parrocchia di San Pietro Martire.
Sarà l’occasione per scambiarci gli auguri per il vicino Natale del Signore.