Messaggio di Papa Benedetto
Le vocazioni, dono della Carità di Dio
Cari fratelli e sorelle!
la XLIX Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni… ci invita a riflettere sul tema: Le vocazioni dono della Carità di Dio. La fonte di ogni dono perfetto è Dio Amore – Deus caritas est -: «chi rimane nell’amore rimane in Dio e Dio rimane in lui» (1 Gv 4,16). La Sacra Scrittura narra la storia di questo legame originario tra Dio e l’umanità, che precede la stessa creazione. San Paolo, scrivendo ai cristiani della città di Efeso, eleva un inno di gratitudine e lode al Padre, il quale con infinita benevolenza dispone lungo i secoli l’attuarsi del suo universale disegno di salvezza, che è disegno d’amore. Nel Figlio Gesù – afferma l’Apostolo – Egli «ci ha scelti prima della creazione del mondo per essere santi e immacolati di fronte a lui nella carità » (Ef 1,4). Noi siamo amati da Dio “prima” ancora di venire all’esistenza! Mosso esclusivamente dal suo amore incondizionato, Egli ci ha “creati dal nulla” (cfr 2Mac 7,28) per condurci alla piena comunione con Sé. Preso da grande stupore davanti all’opera della provvidenza di Dio, il Salmista esclama: “Quando vedo i tuoi cieli, opera delle tue dita, la luna e le stelle che tu hai fissato, che cosa è mai l’uomo perché di lui ti ricordi, il figlio dell’uomo, perché te ne curi? ” (Sal 8,4-5). La verità profonda della nostra esistenza è, dunque, racchiusa in questo sorprendente mistero: ogni creatura, in particolare ogni persona umana, è frutto di un pensiero e di un atto di amore di Dio, amore immenso, fedele, eterno (cfr Ger 31,3)… Si tratta di un amore senza riserve che ci precede, ci sostiene e ci chiama lungo il cammino della vita e ha la sua radice nell’assoluta gratuità di Dio. Riferendosi in particolare al ministero sacerdotale, il mio predecessore, il Beato Giovanni Paolo II, affermava che «ogni gesto ministeriale, mentre conduce ad amare e a servire la Chiesa, spinge a maturare sempre più nell’amore e nel servizio a Gesù Cristo Capo, Pastore e Sposo della Chiesa, un amore che si configura sempre come risposta a quello preveniente, libero e gratuito di Dio in Cristo» (Esort. ap. Pastores dabo vobis, 25).
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Nella quarta Domenica di Pasqua, 29 Aprile 2012, domenica del Buon Pastore, si celebra la Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni, proposta alla Chiesa universale con profetica intuizione, da Papa Paolo VI nel 1964. Il tema che il S. Padre Benedetto XVI propone in questa quarantanovesima Giornata mondiale per la riflessione e la preghiera delle comunità cristiane è: “Le vocazioni dono della carità di Dio” (Deus caritas est, n. 17). Ciò significa riscoprire la gratuità del dono di ogni vocazione e di ogni chiamata a vivere la propria vita nel segno della Beatitudine e dell’Amore, in continuità con quanto afferma Gesù nel vangelo di Matteo: “Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date”(Mt 10,8). Lo slogan scelto dal Centro Nazionale Vocazioni della Conferenza Episcopale Italiana è: “Rispondere all’ Amore… si può” Esso si propone come invito a vivere con creatività, responsabilità e fedeltà la propria vocazione. E’ un grande inno all’amore, che riecheggia in tante pagine bibliche, e che si esprime nelle due grandi espressioni e modalità dell’amore: la vita di coppia e la verginità donata nel ministero ordinato del Sacerdote o nella Vita consacrata. Sono due espressioni dell’Amore che si innestano sullo stesso tronco dalle radici profonde, che attingono fecondità dalla sorgente viva che è Gesù, e come due rami fioriti si liberano in alto per cercare gli spazi inifiniti del Cielo. Brani biblici di riferimento: 1 Gv 4,19; Cantico dei Cantici 8, 6-7; Geremia 20,7.
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Il tempo di Avvento è tempo di attesa, di conversione, di speranza: attesamemoria della prima ed umile venuta del Salvatore nella nostra carne mortale; attesa-supplica dell’ultima e gloriosa venuta di Cristo come Signore della storia e Giudice universale. Nelle prime due domeniche di Avvento domina così l’appello alla conversione attraverso la voce dei profeti e soprattutto di Giovanni Battista: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino! » (Mt 3, 2). Tuttavia, essa è allietata dalla speranza gioiosa che la salvezza già operata da Cristo e le realtà di grazia già presenti nel mondo giungano alla loro maturazione e pienezza, per cui la promessa si tramuterà in possesso, la fede in visione: «Egli vi renderà saldi sino alla fine, irreprensibili nel giorno del Signore nostro Gesù Cristo» (1 Cor 1,8). Le letture del tempo di Avvento, inoltre, hanno come una caratteristica propria: esse, infatti, si riferiscono alla venuta del Signore alla fine dei tempi (I domenica), a Giovanni Battista (II e III domenica) ed infine agli antefatti della nascita del Signore (IV domenica). Lasciamoci guidare dalla Parola di Dio in questo tempo forte, raccogliamo l’invito a Vigilare che con fa questa prima domenica, e attendiamo il Signore con libertà. I vari appuntamenti di preghiera che scandiranno il tempo d’Avvento, come le lodi, l’adorazione permanente, le sante Messe, non sono occasioni solo per alcuni o per chi ci va sempre, sono un appuntamento per tutti. Assieme al cammino spirituale c’è il cammino della carità, l’invito che riceviamo è di ricordarci di chi non ha la possibilità di vivere una vita dignitosa. Come ogni anno portiamo in famiglia la cassettina dell’avvento di Fraternità promosso dalla Caritas Diocesana e trasformiamo i nostri gesti di solidarietà in atti di aiuto concreto.
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“Con Cristo siete sepolti nel Battesimo, con lui siete anche risorti” (cfr Col 2,12)
3. Il nostro immergerci nella morte e risurrezione di Cristo attraverso il Sacramento del Battesimo, ci spinge ogni giorno a liberare il nostro cuore dal peso delle cose materiali, da un legame egoistico con la “terra”, che ci impoverisce e ci impedisce di essere disponibili e aperti a Dio e al prossimo. In Cristo, Dio si è rivelato come Amore (cfr 1Gv 4,7-10). La Croce di Cristo, la “parola della Croce” manifesta la potenza salvifica di Dio (cfr 1Cor 1,18), che si dona per rialzare l’uomo e portargli la salvezza: amore nella sua forma più radicale (cfr Enc. Deus caritas est, 12). Attraverso le pratiche tradizionali del digiuno, dell’elemosina e della preghiera, espressioni dell’impegno di conversione, la Quaresima educa a vivere in modo sempre più radicale l’amore di Cristo. Il digiuno, che può avere diverse motivazioni, acquista per il cristiano un significato profondamente religioso: rendendo più povera la nostra mensa impariamo a superare l’egoismo per vivere nella logica del dono e dell’amore; sopportando la privazione di qualche cosa – e non solo di superfluo – impariamo a distogliere lo sguardo dal nostro “io”, per scoprire Qualcuno accanto a noi e riconoscere Dio nei volti di tanti nostri fratelli. Per il cristiano il digiuno non ha nulla di intimistico, ma apre maggiormente a Dio e alle necessità degli uomini, e fa sì che l’amore per Dio sia anche amore per il prossimo (cfr Mc 12,31). Nel nostro cammino ci troviamo di fronte anche alla tentazione dell’avere, dell’avidità di denaro, che insidia il primato di Dio nella nostra vita. La bramosia del possesso provoca violenza, prevaricazione e morte; per questo la Chiesa, specialmente nel tempo quaresimale, richiama alla pratica dell’elemosina, alla capacità, cioè, di condivisione. L’idolatria dei beni, invece, non solo allontana dall’altro, ma spoglia l’uomo, lo rende infelice, lo inganna, lo illude senza realizzare ciò che promette, perché colloca le cose materiali al posto di Dio, unica fonte della vita. Come comprendere la bontà paterna di Dio se il cuore è pieno di sé e dei propri progetti, con i quali ci si illude di potersi assicurare il futuro? La tentazione è quella di pensare, come il ricco della parabola: “Anima mia, hai a disposizione molti beni per molti anni… “.
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Il Patriarca: La visita del Papa a Venezia, dono che dà forza alla fede
Il dono di Benedetto XVI, che il 7 e 8 maggio 2011 sarà ad Aquileia e a Venezia, consisterà nel confermarci nella fede. Cioè nel rendere più forte e saldo il nostro credere in Cristo. Lo sottolinea il Patriarca, mettendo in evidenza come il viaggio papale sarà davvero un grande dono, «Sarà un grande evento per tutto il popolo». Eminenza, perché il Papa viaggia e visita le sue Chiese? I viaggi hanno una motivazione intrinseca al ministero di Pietro, che si può riassumere nell’espressione evangelica “conferma i tuoi fratelli”. Il Papa viene per la sua missione. E noi lo abbiamo invitato per questo e gli siamo quanto mai grati di aver accettato l’invito. Alla luce di questo, certamente per noi veneziani, la visita di Benedetto XVI svelerà il significato pieno della visita pastorale. la sua presenza genererà una spinta decisiva su un punto che oggi appare fondamentale: senza un’esperienza vitale di appartenenza a Cristo attraverso una comunità sensibilmente espressa e aperta a 360°, è sempre più difficile vivere un’esperienza cristiana.
Qui la Sosta pastorale ha solo dissodato il terreno, ha insinuato che questo è il passo da compiere. Si apre ora un tempo di lavoro avvincente. Verso quale consapevolezza è bene andare? La persona che individualmente va in chiesa la domenica e che poi non partecipa ad una vita comunitaria – che deve essere molto semplice e non un gruppo chiuso in se stesso – rischia di non reggere. Analogamente la parrocchia intesa come insieme di gruppi che si prodigano in iniziative o servizi, ma poi si ignorano fra di loro e non vivono la ragione profonda dei loro pur generosi impegni, non ha futuro. Perciò bisogna approfondire l’appartenenza a Cristo – il “per chi” noi viviamo – dentro alla comunità cristiana. E questo implica la disponibilità a mettere il tutto prima della parte. Anche da questo punto di vista la presenza del Papa, pastore della Chiesa universale, sarà l’espressione concreta del fatto che noi tutti apparteniamo anzitutto alla Chiesa universale, la quale vive nella Chiesa particolare che si articola nelle parrocchie e nelle aggregazioni. Dobbiamo fare un salto di qualità senza perdere la capillarità e tuttavia riuscendo a far brillare il tutto nel frammento.
Risponde a questa esigenza l’indicazione di attuare le comunità pastorali, di rivalorizzare il patronato, di trasformare l’iniziazione cristiana attraverso le comunità educanti, di riscoprire la dimensione della cultura, del gratuito, della presenza cristiana nei vari ambienti di vita… Ora avvieremo una preparazione immediata della visita del Santo Padre in due tappe, da qui alla Quaresima e dalla Quaresima al 7 maggio, proprio per aiutarci tutti a vivere l’evento non solo come un’emozione straordinaria, ma nel suo pieno significato. Che è questo, lo ripeto: Pietro viene a confermare i fratelli nella fede e invita ciascuno ad un coinvolgimento stabile con la vita di Cristo dentro la Chiesa. Da qui la testimonianza permanente. La modalità è questa e solo questa: seguire Cristo e comunicarlo – come il Papa ci ha detto nella Caritas in Veritate – è il modo più conveniente per affrontare la propria umanità e per stare dentro il quotidiano. La venuta del Papa non va intesa come un gesto magico, ma come una perla preziosa, come il dono che Benedetto XVI ci fa e dal quale tutti i fratelli battezzati potranno trarre grande frutto.
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Terza finalità della visita pastorale: educazione al gratuito
E’ l’amore in un certo senso la legge dell’esistenza, tanto è vero che a proposito, o a sproposito, ne parlano tutti, in continuazione, e in tanti contesti. All’interno del fenomeno del tu destante e accompagnante c’è in ogni uomo, una qualche esperienza del’amore e una qualche percezione che il valore della vita è donazione. Solo assumere il compito di amare ci compie, ci realizza, non dimentichiamo il grande pronunciamento della Deus caritas est, quando il papa afferma che l’amore è uno, pur presentandosi dentgro una polarità: eros e agàpe.
Non c’è opposizione tra compimento e compito, tra il volere e il dovere, tra il comandamento e il desiderio del cuore. Percorrere la via dei comandi del Signore è la conseguenza dell’amore di Dio che dilata il proprio cuore. Oggi la mentalità dominante purtroppo oppone queste coppie di termini… Ma sono false opposizioni che soffocano la vera libertà…
La proposta è diocesana e promossa da: pastorale degli Stili di vita – ufficio Missioni – pastorale Sociale e del Lavoro – Caritas – ufficio Evangelizzazione e Catechesi – Pastorale Giovanile.
- Perche’ digiunare? L’uomo ha bisogno di nutrirsi per vivere. Quando digiuniamo riaffermiamo il primato di Dio, che è al di sopra delle cose più importanti dell’uomo. Per questo nelle pause pranzo dei venerdì di Quaresima: digiuniamo insieme, per nutrirci di Dio, e aver fame di giustizia.
- Come lo posso fare? Per tutti i venerdì di Quaresima, al posto del pranzo ti viene offerta una riflessione e un foglio per la preghiera che puoi scaricare nel sito del patriarcato.
- Dove posso pregare? Puoi cercare un luogo adatto, oppure recarti in una delle chiese aperte durante la pausa pranzo.
- Sono da solo? Come te molti altri hanno ricevuto questa proposta. L’impegno di digiuno e preghiera puoi condividerlo con loro: ti invitiamo a iscriverti alla lista che trovi in parrocchia o in quella nel web che trovi qui, lasciando un tuo breve messaggio.
- A chi è utile? A te, prima di tutto… e, versando il costo del pasto nella raccolta quaresimale “Un pane per amor di Dio”, anche a tanti fratelli che vivono e operano nelle missioni.
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Oggi alle ore 16.00, nella basilica cattedrale di San Marco con la preghiera dei Vesperi presieduti dal Patriarca card. Angelo Scola inizia solennemente la Sosta pastorale nel centro storico di Venezia e nell’Estuario.
TUTTI SONO INVITATI!
I prossimi appuntamenti cittadini della Sosta Pastorale:
- Sabato 13 febbraio all’Ospedale Civile SS. Giovanni e Paolo
- Domenica 21 febbraio ore 15. 30 a San Marco: Incontro dei Gruppi di Ascolto
- Venerdì 12 marzo ore 18 Teatro Goldoni Presentazione del Patriarca Angelo dell’Enciclica “Caritas in Veritate”
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Programma delle iniziative vicariali:
- 7 ottobre 2010 ai Gesuiti ore 20.30: Incontro con il Consiglio Vicariale
- 9 ottobre 2010 a San Canciano ore 17.00: Incontro con i Gruppi di ascolto del Vicariato
- 23 ottobre 2010 a S. Marcuola ore 17.00: incontro vicariale dei Catechisti
- 6 novembre 2010 a S. Giobbe ore 18.00: Incontro vicariale dei Giovani
- 13 novembre 2010 alla Madonna dell’Orto ore 17.00: incontro con i Volontari (Betania)
… A questo stile di libertà del vivere il cristiano attinge la passione per l’annuncio di Cristo in tutti gli ambienti dell’umana esistenza giungendo «fino agli estremi confini della terra». Egli fa propri, nel modo retto, l’azione per la giustizia, la solidarietà e la pace. In una parola il cristiano è nello stesso tempo membro vivo del nuovo edificio ecclesiale e cittadino in senso compiuto. Egli impara in tal modo quella cattolicità che lo spalanca a vivere le dimensioni del mondo…
( dalla Lettera di Indizione della Visita Pastorale del Patriarca Angelo Scola)
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Oggi è la giornata di raccolta della Chiesa italiana
per le popolazioni terremotate di Haiti.
Credo che già in tanti ci siamo attivati per dare la nostra solidarietà per le persone che stanno soffrendo per la tragedia del terremoto di Haiti.
Oggi la Chiesa Italiana ci chiede come comunità cristiani di farci vicini a loro attraverso la colletta che raccoglieremo in questa domenica.
La Caritas nazionale, già all’opera nel paese, si farà carico di portare a destinazione quanto sarà ricavato da tutte le parrocchie.
Diamo con generosità.
Sabato 28 novembre 2009 è stata indetta in tutta Italia dalla Fondazione Banco Alimentare Onlus la tredicesima Giornata nazionale della colletta alimentare. Il Comune di Venezia, nella figura dell’Assessore alla tutela dei diritti del consumatore, Giuseppe Bortolussi, ha deciso di sostenere anche quest’anno l’iniziativa.
Contribuire alla Colletta alimentare sarà facilissimo. Basterà fare la spesa in uno dei tanti supermercati che aderiscono all’iniziativa: all’entrata i volontari distribuiranno i sacchetti e suggeriranno i prodotti (quelli meno deperibili) da acquistare per offrirli a chi ne ha bisogno.
La generosità dei veneziani verso questa iniziativa di solidarietà ha dato l’anno scorso un significativo risultato – in 23 esercizi sono state infatti raccolte 3.428 scatole per complessivi 41.402 chilogrammi di merce (olio, pasta, riso, pelati, tonno, latte, alimenti per l’infanzia, omogeneizzati) – e ha perciò espresso la fiducia che anche quest’anno i veneziani sapranno rispondere generosamente all’appello della Colletta.
A beneficiare dell’iniziativa saranno infatti le mense per indigenti, i centri di solidarietà che assistono famiglie in difficoltà e situazioni di grave esclusione sociale, le strutture di accoglienza per anziani, minori e ragazze madri, le Caritas parrocchiali, le comunità di recupero e le cooperative sociali.
Per questa giornata la Fondazione Banco Alimentare Onlus ricerca giovani volontari
Per aderire all’iniziativa sarà possibile rivolgersi ai seguenti recapiti:
BANCO ALIMENTARE DEL VENETO – ONLUS
Via Cesiolo, 46 – Verona
Tel./Fax 045 8347929
E-mail: info@veneto.bancoalimentare.it
Informazioni per VENEZIA
Tel. 348 3052683 – 328 8614740
E-mail: balive@fastwebnet.it