Proclamando la buona notizia che racconta e fa conoscere Dio, Gesù non ricorre a grandi definizioni, non spiega complesse dottrine, ma preferisce presentare a chi lo ascolta delle immagini, degli eventi della vita umana, e indicare in essi una dinamica che illustra l’agire di Dio e degli esseri umani. La parabola prevista oggi dalla liturgia ci parla di un re che vuole celebrare le nozze di suo figlio. S.in questo evento si deve riscontrare una somiglianza con il regno dei cieli (“Il regno dei cieli è simile a un re, che fece una festa di nozze per suo figlio”), allora quel re non può che essere Dio e suo Figlio è Gesù, mandato nel mondo per trovare la sua sposa, l’umanità. Siamo di fronte alla realizzazione del progetto, del sogno di Dio già annunciato più volte dai profeti nell’Antico Testamento (cf. Os 2,16-25; Is 54,5, ecc. ): Dio avrebbe celebrato le nozze con l’umanità, attraverso un’alleanza definitiva, eterna, e ormai Gesù è in procinto di compiere queste nozze, è lui lo Sposo atteso (cf. Mt 9,15). Ancora una volta, dunque, Dio manda i suoi servi
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Ciascuno dia secondo quanto ha deciso nel suo cuore, non con tristezza né per forza, perché Dio ama chi dona con gioia. (S.Paolo, 2 Corinzi 9,7)
Domenica prossima la solennità di Cristo Re è dedicata al dono dei sacerdoti in mezzo a noi. Sono ministri dei sacramenti e amici della nostra vita, sollievo per i poveri e i soli, missionari nel nostro territorio, nelle carceri e negli ospedali, nelle grandi città come nei paesi di montagna e nelle isole, oltre che nel Terzo mondo. Ma tanti cristiani non sanno che possono sostenere la loro missione di ogni giorno. Basta un’Offerta piccola, a nome proprio o della famiglia. L’importante è partecipare al loro sostentamento. Come nella Chiesa delle origini, i preti diocesani sono affidati ai fedeli. È un modo di ricambiare il dono della loro missione. Un’Offerta per i nostri sacerdoti permette ad ogni cristiano di accompagnare veramente i preti nella missione. È il nostro grazie alla loro vita, spesa interamente per il Vangelo e per il prossimo. E rende visibile la “Chiesa-comunione” indicata dal Concilio Vaticano II. Da qualche tempo in fondo alle nostre chiese ci sono dei contenitori dove è possibile offrire 1 € al mese per sostenere i nostri sacerdoti.
«Come il Padre ha mandato me, anch’io mando voi» (Gv 20,21)
Ogni anno la Chiesa celebra la Giornata Missionaria Mondiale. È un giorno destinato a ravvivare in tutti i fedeli, anche nei pastori, la consapevolezza che la Chiesa è missionaria per sua essenza, per sua natura, per volontà di Cristo. L’evangelizzazione non è un compito imposto dall’esterno, ma scaturisce dall’essere stesso della Chiesa. Non si può essere autenticamente cristiani e non essere missionari, non avendo lo zelo apostolico, il desiderio di proclamare l’amore di Gesù Cristo agli uomini. Possiamo affermare in modo inequivocabile che lo zelo missionario di una comunità o di una Chiesa locale, viene ad essere un segno della sua vitalità spirituale. Allo stesso tempo, l’evangelizzazione è il modo migliore per rafforzare la fede. Come indicato nel Beato Papa Giovanni Paolo II, la fede si rafforza donandola (cfr RM,2). Il tema della Giornata Missionaria Mondiale di oggi, è: “Come il Padre ha mandato me, anch’io mando voi” (Gv 20, 21). La dimensione missionaria della Chiesa è un prolungamento dell’invio di Cristo da parte del Padre. La Chiesa, come suo Corpo mistico, prolunga l’incarnazione di Cristo, la sua presenza fisica tra gli uomini. Ogni cristiano diventa, mediante il battesimo, la bocca di Cristo per annunciare il suo regno tra gli uomini. Il Papa ricorda che nella liturgia della Chiesa, specialmente nella Messa, si attualizza l’invio dei battezzati per l’evangelizzazione del mondo. Come i discepoli di Emmaus, tutti i fedeli che hanno avuto un vero incontro con Cristo, si sentono spinti ad annunciarlo subito a tutti gli uomini. La vicinanza del Signore, che si trattiene per condividere con loro il pane, fa sì che quei due discepoli che camminavano disincantati diventino apostoli che sentono la necessità imperiosa di annunciare a tutti che Gesù, il Cristo, è vivo. La partecipazione autentica alla liturgia porta sempre frutti in uno spirito missionario. Benedetto XVI afferma, nel suo Messaggio per la Giornata Missionaria 2011, che “destinatari dell’annuncio del Vangelo sono tutti i popoli” e ribadisce che la missione affidata da Cristo alla sua Chiesa è ancora molto lontana dal suo compimento. “Non possiamo rimanere tranquilli al pensiero che, dopo duemila anni, ci sono ancora popoli che non conoscono Cristo e non hanno ancora ascoltato il suo Messaggio di salvezza. Non solo; ma si allarga la schiera di coloro che, pur avendo ricevuto l’annuncio del Vangelo, lo hanno dimenticato e abbandonato, non si riconoscono più nella Chiesa; e molti ambienti, anche in società tradizionalmente cristiane, sono oggi refrattari ad aprirsi alla parola della fede. È in atto un cambiamento culturale, alimentato anche dalla globalizzazione, da movimenti di pensiero e dall’imperante relativismo, un cambiamento che porta ad una mentalità e ad uno stile di vita che prescindono dal Messaggio evangelico, come se Dio non esistesse, e che esaltano la ricerca del benessere, del guadagno facile, della carriera e del successo come scopo della vita, anche a scapito dei valori morali”. Tale situazione richiede una rinnovata passione per l’evangelizzazione in tutti i fedeli. Ogni battezzato deve sentire questa missione come propria, e sostenere con la preghiera e l’aiuto economico, il servizio dei nostri missionari per far conoscere agli uomini l’amore salvifico di Dio, specialmente nelle Chiese più povere e carenti di risorse finanziarie. L’intercessione di Maria, Stella dell’Evangelizzazione, porti a compimento il desiderio del Santo Padre: “La Giornata Missionaria ravvivi in ciascuno il desiderio e la gioia di ‘andare incontro all’umanità portando a tutti Cristo”.
(dal sito agenziafides. org commento al Messaggio del Papa Benedetto XVI in relazione alla Giornata Mondiale Missionaria)
Catechesi
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Carissimi amici, Il mese di ottobre è per tradizione dedicato al Rosario, l’antica preghiera mariana, e al sostegno delle missioni cattoliche nel mondo. In questo mese, la Madonna ci invita a riscoprire la bellezza della preghiera del Rosario, che è preghiera contemplativa che ci aiuta a mettere al centro della nostra vita i misteri della vita di Gesù. É la preghiera del cristiano pellegrino della fede che si mette al seguito di Gesù, preceduto da Maria. Per questo vi invito a recitare il Rosario durante questo mese per le intenzioni del Papa, per i missionari e per la missione della Chiesa. Pregheremo assieme il rosario prima della S. Messa feriale. don Carlo
La seconda settimana dell’ottobre missionario è dedicata al tema della Vocazione. La contemplazione mettendoci in ascolto della Parola, lascia intravedere nel profondo del cuore il disegno d’Amore a cui ci invita il Dio Misericordioso. Questa è la Vocazione autentica di ogni uomo, di ogni cristiano, che si realizza in maniera diversa per ciascuno di noi e si esprime condividendosi. E’ la dimensione missionaria propria di ogni chiamata: la necessità di comunicare e condividere con gli altri il dono della fede. Una prospettiva che apre il nostro cuore e ci rende attenti.
Dal Catechismo della Chiesa Cattolica – Credo nello Spirito Santo
Paragrafo 4 – I. La costituzione gerarchica della Chiesa Perché il ministero ecclesiale?
874 È Cristo stesso l’origine del ministero nella Chiesa. Egli l’ha istituita, le ha dato autorità e missione, orientamento e fine: Cristo Signore, per pascere e sempre più accrescere il Popolo di Dio, ha istituito nella sua Chiesa vari ministeri, che tendono al bene di tutto il corpo. I ministri infatti, che sono dotati di sacra potestà, sono a servizio dei loro fratelli, perché tutti coloro che appartengono al Popolo di Dio… arrivino alla salvezza [Conc. Ecum. Vat. II, Lumen gentium, 18].
875 “E come potranno credere, senza averne sentito parlare? E come potranno sentirne parlare senza uno che lo annunzi? E come lo annunzieranno, senza essere prima inviati? ” (Rm 10,14-15). Nessuno, né individuo né comunità, può annunziare a se stesso il Vangelo. “La fede dipende… dalla predicazione” (Rm 10,17). Nessuno può darsi da sé il mandato e la missione di annunziare il Vangelo. L’inviato del Signore parla e agisce non per autorità propria, ma in forza dell’autorità di Cristo; non come membro della comunità, ma parlando ad essa in nome di Cristo. Nessuno può conferire a se stesso la grazia, essa deve essere data e offerta. Ciò suppone che vi siano ministri della grazia, autorizzati e abilitati da Cristo. Da lui i vescovi e i presbiteri ricevono la missione e la facoltà [la “sacra potestà”] di agire “in persona di Cristo Capo”, i diaconi la forza di servire il popolo di Dio nella “diaconia” della liturgia, della parola e della carità, in comunione con il vescovo e il suo presbiterio. La tradizione della Chiesa chiama “sacramento” questo ministero, attraverso il quale gli inviati di Cristo compiono e danno per dono di Dio quello che da se stessi non possono né compiere né dare. Il ministero della Chiesa viene conferito mediante uno specifico sacramento.
876 Alla natura sacramentale del ministero ecclesiale è intrinsecamente legato il carattere di servizio. I ministri, infatti, in quanto dipendono interamente da Cristo, il quale conferisce missione e autorità, sono veramente “servi di Cristo”, [Cf Rm 1,1 ] ad immagine di lui che ha assunto liberamente per noi “la condizione di servo” (Fil 2,7). Poiché la parola e la grazia di cui sono i ministri non sono le loro, ma quelle di Cristo che le ha loro affidate per gli altri, essi si faranno liberamente servi di tutti [Cf 1Cor 9,19 ].
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Visita del Papa
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Mestre: il Patriarca Scola presenta – in un teatro Toniolo “esaurito” – la Verbum Domini
A Venezia sarà il 1° Marzo ore 18.00 a San Marco
Era completamente gremito il Teatro Toniolo di Mestre, la sera di venerdì 14 gennaio, per ascoltare il Patriarca sulla Verbum Domini, il documento di Papa Benedetto XVI sul “Dio-che-parla” ovvero l’esortazione che raccoglie e rilancia i lavori del Sinodo dei Vescovi sulla Parola di Dio nella vita e nella missione della Chiesa. , l’intervento del card. Scola ha offerto alcune “chiavi di lettura” utili per la comprensione e l’approfondimento del testo ed accennato alle principali implicazioni emergenti. Eccone qui qualche “assaggio”: “Con l’esortazione Verbum Domini il Papa accompagna il cammino della Chiesa a partire dall’esperienza di comunione vissuta nell’Assemblea del Sinodo… Decisivo è il nesso con Sacramentum caritatis sull’Eucaristia nella vita e nella missione della Chiesa: Parola ed Eucaristia, costituiscono il cuore esistenza ecclesiale: “Parola ed Eucaristia si appartengono così intimamente da non poter essere comprese l’una senza l’altra: la Parola di Dio si fa carne sacramentale nell’evento eucaristico. L’Eucaristia ci apre all’intelligenza della sacra Scrittura, così come la sacra Scrittura a sua volta illumina e spiega il Mistero eucaristico”(n. 55)… L’accento è posto su Dio che parla e sull’uomo, chiamato ad accogliere la sua parola e ad entrare nell’Alleanza… la Chiesa come soggetto che accoglie la Parola nel presente; il coinvolgimento missionario della Chiesa che rende presente al mondo il Dio-che-parla… È fondamentale non smarrire l’itinerario che va da Dio-che-parla alla Chiesa che accoglie e si fa missione: non si accoglie la Parola di Dio se non si accetta di lasciarsi includere nella stessa missione di Cristo che si prolunga nella Chiesa. Il Dio-che-parla trova in Maria la relazione tra Verbo di Dio e umana libertà. Per questo l’esortazione fa costante riferimento a Maria: “In realtà, l’incarnazione del Verbo non può essere pensata a prescindere dalla libertà di questa giovane donna che con il suo assenso coopera in modo decisivo all’ingresso dell’Eterno nel tempo” (VD n. 27). Dio si rende incontrabile dall’uomo nella dinamica del segno (la Parola di Dio si comunica mediante parole umane) per mezzo della quale la umana libertà è chiamata originariamente all’assenso e all’accoglienza”. Quanto alle implicazioni, il Patriarca ha evidenziato la “sinfonia della Parola” precisando che tale espressione (“Parola di Dio”) “possiede diversi significati: la persona amata e amabile di Gesù Cristo, la Tradizione viva della Chiesa e quindi le Scritture, il Libro”. Considerare sempre questa “sinfonia di voci e significati” è “decisivo e fondamentale per l’azione pastorale e per la liturgia”. “Se la Parola di Dio è il Verbo fatto carne che permane nel tempo e nello spazio e si attesta nelle Scritture, allora il luogo originario dell’interpretazione della Scrittura è la Chiesa e in essa un’autentica esperienza cristiana”. Necessarie, dunque, una “lettura ecclesiale” e “l’intelligenza della fede” per evitare sia il rischio di un’interpretazione “secolarizzata che esclude l’intervento del divino nella storia” che quello di “un’interpretazione spiritualistica che prescinda dalla letteralità della Scrittura”… l’urgenza di una “ripresa radicale della dimensione biblica nella formazione cristiana e nella catechesi”… “nelle abituali attività delle comunità cristiane, nelle parrocchie, nelle associazioni e nei movimenti si abbia realmente a cuore l’incontro personale con Cristo che si comunica a noi nella sua Parola”. “La Parola di Dio – ha concluso il card. Scola – non è mai generica nel rivolgersi a noi, chiama e ci coinvolge, facendoci scoprire che l’intera nostra vita è vocazione. Approfondire la Parola di Dio significa imparare che non c’è un solo atto della mia giornata che non sia Dio che parla a me”. Non a caso, ricorda, il Papa invita i cristiani a riscoprire la preghiera dell’Angelus Domini in cui “c’è tutta la sintesi della Parola di Dio che si fa carne attraverso la libertà di una ragazza di Nazareth e la Chiesa invita a recitarla consapevole che questo mistero non è solo del passato ma riaccade oggi nel cuore di ogni fedele che accoglie l’annuncio della Parola di Dio”. E proprio qui “sta il segreto della vera gioia”, indicato nel passo finale dell’esortazione.
Notizie
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Assieme al numero speciale di Communio, vi viene recapitata a casa una busta. Vi chiedo di riportarla in parrocchia, durante il periodo di Natale, con il vostro gesto di solidarietà nei confronti della Comunità Parrocchiale. Credo sia giusto spiegare che le nostre parrocchie vivono esclusivamente delle offerte che quotidianamente e settimanalmente vengono raccolte durante le Messe. Queste offerte, come quelle dei Battesimi, delle Prime Comunioni, dei Matrimoni, dei Funerali, quelle per l’utilizzo dei locali parrocchiali e altre, sono tutte destinate alla parrocchia e servono per la manutenzione ordinaria e straordinaria dei beni parrocchiali, per il pagamento delle bollette varie (solo a titolo informativo nelle due parrocchie ci sono 9 contatori del gas), per la custodia delle chiese, per le attività pastorali ecc. Queste offerte non sono per il parroco o per i preti, infatti essi ricevono direttamente dalla CEI il loro sostentamento, assieme alle offerte che vengono date per le intenzioni delle Messe. Nei primi mesi del prossimo anno daremo anche notizia del rendiconto economico delle parrocchie. Ringrazio tutti, in modo particolare per la generosità che sempre viene dimostrata per le giornate particolari: la giornata Missionaria, la giornata del Seminario, le adozioni a distanza, le cassettine di avvento e quaresima e altre occasioni, dove siamo chiamati a mostrare concretamente la nostra solidarietà. In particolare, a testimonianza di questo, vi riporto le parole che Maria Barbini proprio in questi giorni mi ha inviato in una lettera dalla Missione in Tanzania. Mi dice di ringraziare tutti per la meravigliosa generosità dimostrata. Con i 7000€ raccolti hanno potuto:”con 500 rifare il tetto di una casa, con 3500€ abbiamo fatto rifornimento di roba da mangiare per i bambini dell’orfanotrofio per 6 mesi, con gli altri 3000€ abbiamo comprato un camion con rimorchio di grano da seminare per tutti gli 8 paesi della parrocchia. Il problema è che se non piove non si può seminare ed allora perché non fate una domenica di preghiera assieme a noi per chiedere al Signore la pioggia, se siamo in tanti a chiederla il Signore ce la concede… ” Siccome la lettera mi è giunta dopo la data proposta da Maria, dedichiamo domenica 26 dicembre festa della Sacra Famiglia, per questa preghiera in comunione. Un doveroso ringraziamento lo devo rivolgere anche alle tante persone che si prestano volontariamente perché le nostre parrocchie abbiano le Chiese e gli ambienti sempre in ordine e pulite, accoglienti e funzionali. Ringrazio anche chi si presta per il servizi più semplici e nascosti, come anche ringrazio le ditte che con generosità offrono quanto può essere utile per il mantenimento degli ambienti e anche per varie iniziative che proponiamo. Per tutti rivolgo una preghiera e una benedizione. Ora vi chiedo un gesto di generosità verso le nostre comunità, le nostre parrocchie sono un cantiere sempre aperto. Vi ringrazio fin d’ora per la generosità con la quale parteciperete all’impegno per mantenere e custodire questi beni.
Grazie da don Carlo
Notizie
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- per il mercatino missionario a San Pietro sono stati raccolti € 1.680 con i quali rinnoveremo le adozioni a distanza dei nostri amici mentre il rimanente sarà devoluto per le missioni diocesane.
- Nella giornata missionaria abbiamo raccolto nelle nostre due parrocchie € 1761.
Ringraziamo tutti di cuore.