Questa domenica ricorre la Festa di san Nicolò, che abbiamo anticipato a venerdì per il tempo dell’Avvento che stiamo vivendo, martedì 8 dicembre celebreremo la Festa solenne dell’Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria. Sono due feste che ci coinvolgono in modo particolare.
San Nicolò è il patrono del lavoro che contraddistingue la nostra isola nel mondo intero. A lui ci siamo rivolti con il triduo vissuto nella settimana scorsa, devo dire con un po’ di tristezza che è stato davvero poco partecipato, perché la situazione di tante aziende non è certamente bella, e il futuro che si prospetta non è così roseo. Certo tre sere sono impegnative, certi argomenti non ci toccano direttamente, ma credo che siamo chiamati ad educarci ad una solidarietà concreta, e tale solidarietà inizia dalla preghiera comune. Trovarci a pregare non è perdere tempo o non affrontare i problemi reali del lavoro, è partire dall’affrontare un problema lasciandoci indicare la strada da Chi il lavoro c’è l’ha dato, Il Signore Dio. In una delle sere abbiamo pregato così:
“Ti scopriamo, nostro Creatore, un Dio che lavora: impasti, plasmi, costruisci, scavi, stendi, coltivi, pascoli, curi, pensi, insegni. Se tu lavori, allora ogni nostro lavoro dice qualcosa del tuo lavoro. ” Le parole di questa preghiera ci aiutano a capire dove si pone il nostro lavoro, e cioè dentro il piano creaturale di Dio.
La preghiera continuava così: ” Poni tra le nostre mani laboriose il dono del creato, ci chiami a trasformarlo e a ricostruire l’armonia dell’intera creazione. Custodendo e coltivando le opere del creato, ubbidendo alle indicazioni racchiuse nelle cose, ci inseriamo nella tua attività creatrice, ne prolunghiamo lo slancio, la conduciamo al suo fine. Ma il nostro lavoro, Signore, conosce anche il limite, la vanità, il peccato, l’ingiustizia. Dona al nostro agire di riflettere, come uno specchio, il tuo agire. “
Questo limite del peccato è quello che purtroppo spesso ci impedisce la condivisione e la solidarietà, per superalo possiamo solo ritornare al Signore che compie tutto per il nostro bene, che ci dona tutto per Amore, anche quello che ha noi sembra bene non ci faccia.
Martedì celebreremo la Vergine Maria, nella sua Immacolata Concezione, e questa festa ci ricorda a quale fine siamo chiamati, cioè la pienezza della vita senza relazione con il peccato, che avremo nella vita Eterna. Il Signore Dio ci aveva creato così, ma la nostra paura di essere Amati ci ha portati a crederci autosufficienti, ma non è così, e quante volte lo proviamo.
Maria in questa festa ci ricorda che lasciarci Amare da Dio, ha il potere di ricomporre anche oggi la pienezza della nostra natura. Gustare questo Amore è possibile a partire da una vita sacramentale fedele, è renderla storia nel condividere questo Amore con le persone con cui viviamo ogni giorno in questo mondo, attraverso la Carità che diventa condivisione e solidarietà.
Don Carlo